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Con l’arrivo del mese di “capidannu” (settembre in italiano), l’atmosfera inizia ad avere colore di uve e vendemmia. In tempi antichi la vendemmia era festa, i cantori di Tempio intonavano canti come “curaggjiu bibbinnadori”, che volevano spronare e dare coraggio alle persone che dovevano dedicarsi a questo lavoro.

La “binnenna”, termine gallurese che significa vendemmia, è sempre stata un momento di aggregazione, uno scambio di aiuti che ha sempre rappresentato il forte senso comunità in tutti i paesini della Sardegna. Io aiuto te a vendemmiare e tu in cambio mi dai le vinacce per poter fare la grappa, o in cambio del vino nel caso non possieda vigneto, oppure io oggi aiuto te nella tua vigna e tu domani aiuti me nella mia, e via dicendo.

Si iniziava a vendemmiare dapprima nelle zone del mare, coma Badesi, Viddalba e poi nei paesini dell’alta Gallura.

Le cose oggi sono un pò cambiate, non si vendemmia più per una sola produzione personale. Noi ad esempio, avendo l’agriturismo e servendo solo i nostri vini, abbiamo una produzione che va oltre quella per il fabbisogno personale antico di una famiglia.

Siamo tutti mortali fino al primo bacio e al secondo bicchiere di vino.

Vitigni autoctoni 

I nostri vigneti ad Aggius sono composti da vitigni autoctoni di ben 100 anni, quali “muristeddu” , “carigagnola”, cosi li chiamiamo noi Aggesi, e di solito la vendemmia di questi avviene per ultimo verso la fine di settembre e i primi di ottobre.

I vigneti a Santa Teresa Gallura, impiantati circa 12 anni fa, sono Vermentino e Cannonau, e bisogna invece “binnanna'” (fare la vendemmia) a fine agosto.

A Tempio Pausania abbiamo invece vitigni di Nebbiolo, con il quale facciamo di solito un misto d’uve in cui mettiamo anche uvaggi di Viddalba e Badesi. Facendo questo mix come si faceva anticamente otteniamo un vino dal gusto veramente particolare e che non vogliamo smettere di fare. Una tradizione antica tramandataci dai miei bisnonni e da mio nonno.

Per saperne di più 👉🏼 I nostri Vini.

Vi consiglio di leggere 👉🏼 La squadra, libro di Giacomo Mameli.

“Vigneto a Santa Teresa Gallura”

Li Buttighini

Il vino si sa, ha sempre unito le persone. Altra cosa molto particolare e che mi piace sempre sentire sono le storie riguardanti i famosi “buttighini”, presenti ad Aggius e nei paesini in Gallura, possiamo dire bar (detto in termini più moderni), in cui la sera, i lavoratori (uomini) si riunivano per giocare a carte e bere il vino (solitamente rosso) fatto dagli amici del paese. Le chiacchiere erano tante, dalla politica al lavoro in campagna, sempre con un gran sorriso nonostante le difficoltà e non si fosse certamente ricchi. Però una cosa accomunava pressoché tutti: la voglia di vivere e divertirsi in compagnia (e bere!).

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