Aggius: il cuore pulsante dell’arte della tessitura
Mi piace definire Aggius come il cuore pulsante dell’arte della tessitura.
I primi dati sulla tessitura ad Aggius a noi giunti risalgono alla prima metà dell’ottocento, dove si dice che in ogni abitazione era presente un telaio. La tessitura era legata principalmente alla necessità di produrre coperte, tovagliati, asciugamani. Si utilizzavano il lino e la lana. Mia zia Tonina, sorella di mio nonno, mi racconta sempre del lino che coltivavano in un loro appezzamento di terreno proprio per questo utilizzo. La coltivazione del lino è una pratica andata poi perduta negli anni sessanta.
Nel 1927 il Prof. Cannas creò la prima scuola di tessitura, proprio per far si che questa fantastica usanza non andasse persa. Si facevano anche al telaio “beltuli” che servivano agli uomini da mettere sul cavallo per gli spostamenti, erano fatte appositamente con due tasche per potervi mettere dentro le cose necessarie. Altro pezzo importante erano “li capitaleddi”, che hanno la stessa forma della beltula ma con cuscinetti all’interno usati dalla donna (di solite le spose) per sedersi sul cavallo.
Durante il secondo lock down ho deciso di riprendere anche io quest’arte, e imparare praticamente da zero. Mia madre faceva la chemio, io avevo bisogno di creare, di vedere uno sprazzo di luce in fondo al tunnel. Credo che tessere curi un pò l’anima, cosi ho deciso di andare ad imparare al centro tessile di Aggius.
La mia famiglia ha una radicata tradizione nell’ambito della tessitura, le zie di mio padre, sorelle di mia nonna, tessevano nello stazzo di famiglia di Fiuminaltu, che si trova nella strada tra Aggius e Trinità d’Agultu.
Hanno sempre vissuto di questo e dei prodotti dello stazzo, in questa zona ci sono oltre mille alberi di pero che producono pere per ogni stagione. Mia zietta Chiarina la ricordo sempre nella sua stanzetta del telaio, voleva sempre insegnarmelo ma sono stata per lungo tempo presa da troppe altre cose, lavoro soprattutto. Ma comunque meglio tardi che mai.
Corsi di tessitura
In tanti mi avete chiesto se potessi insegnarvi a tessere… io per ora non mi ritengo ancora in grado di insegnarlo a nessuno 😅 Quindi, per chi fosse interessato al centro tessile ISOLA ad Aggius si possono fare corsi mensili.
Ho fatto tre mesi di corso al centro tessile Prof. Cannas di Aggius, dove Masina, Giovanna e Stefania mi hanno insegnato tantissime cose e non potevo chiedere di meglio. Ho continuato poi insieme ad Ivana la cugina di mio padre, figlia di zia Mattia, che ha smesso di tessere solo a causa di un male che le ha portato via la memoria e il ricordo di tutto quello che sapeva fare con le sue abili mani. Abbiamo messo i telai di famiglia in agriturismo, e io ho ancora tanto da imparare.
Il tempo era scandito dallo sbattere della cassa battente.
Gianfranco Serra
Ad Aggius esistono due tipi di tessitura:
- soprariccio (pibiones nel resto della Sardegna). In questo metodo nel telaio sono presenti 4 “lizzi”, quattro pedali, quindi quattro movimenti di trama.
- lavorazione a l’antiga, due “lizzi”, due pedali. L’ordito che viene usato è di cotone.
Tappeti e disegni
- lu saccu a ciai, che possiamo definire come tappeto più povero, usato in antichità come coperta.
- tappettu a dati, il più tradizionale di Aggius. Accompagnato solitamente da un pommu (disegnino più piccolo tra un motivo e l’altro). Prende il nome di “dati” perché si suppone che una donna, durante una giornata potesse fare una data e un pommu. Vedi qui.
- tappeto con disegno continuo (esempio bidduteddu, lo puoi vedere qui)
I colori tradizionali sono il giallo, il rosso, il nero naturale , il viola, verde e azzurro, bordeaux, bianco, grigio. Lu pommu veniva solitamente fatto con sfondo nero.
Potete visitare il sito e vedere le mie creazioni per scoprire i disegni tradizionali e molti altri tappeti e cuscini che arriveranno a breve!
“Tappeti fatti dalle mie zie”
“La Casedda di Lu Tilaggjiu”
All’Agriturismo Il Muto di Gallura troverete la sala telaio dedicata all’arte di Zietta Chiarina.
Sono fermamente convinta che non dobbiamo assolutamente dimenticare quest’usanza, e spero che sempre più giovani si interessino a portarla avanti anche solo per diletto.
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