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Argentina

Le vene aperte dell’America Latina

Era il freddo inverno dell’anno 2004, sfogliavo enciclopedie sul mondo insieme a mia madre decidendo la destinazione del mio viaggio con interculturale.

La Nuova Zelanda per il programma semestrale e gli Stati Uniti per il programma annuale erano benché sempre sold out, non era facile accedervi. Quindi decisi di semplificare la situazione e puntare sull’America Latina.

Argentina,Bolivia, Cile, Honduras, Nicaragua, Guatemala, Brasile. Queste le destinazioni che interculturale proponeva. Alcuni erano programmi annuali e la verità , non me la sono sentita (pentendomi poi) cosi decisi per un programma semestrale. Ricordo ancora le parole di mia madre : “perché non vai in Argentina? sarà bellissima, io andrei li.”

Mio padre si trovava “in continente” per una fiera, quando tornò gli venne un colpo 🙂 L’Argentina stava affrontando da qualche anno una crisi economica senza precedenti, lui la vedeva proprio come una follia. Invece fu il viaggio che mi cambiò completamente la vita.

Sono partita all’agosto del 2005, il rientro era previsto per il 26 gennaio 2006. Prima tappa : Roma, per conoscere gli altri studenti italiani in partenza come me. Eravamo in sei, tutti destinati a province diverse dell’Argentina. La mia famiglia si trovava a San Juan, la più piccola delle province argentine al confine col Cile.

Dopo il primo giorno a Roma mi vennero le placche alla gola, ricordo che arrivai a Buenos Aires con la febbre a 39. Alloggiammo in un ex convento, più di 500 ragazzi di 17 anni provenienti da tutto il mondo, io ovviamente più morta che viva senza riuscire a mangiare nulla causa febbre! Mi portarono in una clinica, ricordo che si fumava all’interno e c’era una marea di gente, non riuscimmo a risolvere il problema.

Non riuscii a godermi purtroppo la giornata che passammo a girare Buenos Aires, è la cosa che mi resta da fare tutt’ora.

Per arrivare a San Juan ci vollero 14 ore di bus, la mia famiglia ospitante mi aspettava alla stazione con un cartello di benvenuto! Una grande famiglia, due sorelle e un fratello e i genitori entrambi insegnanti. Io sono figlia unica .

Arrivata a casa la zia che era una dentista mi ha subito dato un medicinale , con acqua assolutamente del rubinetto perché a casa c’era solo la coca cola. Questa cosa mi sconvolse, ma credo di essermi fatta una buona dose di anticorpi.

Ero passata dall’estate sarda all’inverno argentino nel giro di 14 ore, appena mi ripresi dalle placche iniziai subito la scuola ma la verità si dica, non mi sono ammazzata sui libri!

Ho legato molto con gli altri ragazzi che stavano a San Juan, c’era qualcuno che ci stava già da sei mesi, e con una ragazza che era arrivata con me , Charlotte , dal Belgio.

Potevo parlare coi miei genitori solo una volta alla settimana con le famose tarjetas per fare le chiamate intercontinentali. Quando arrivai mi venne un semi infarto, e anzi la mia famiglia era benestante. Di fronte a casa c’era una signora che faceva il pane, ricordo che entravo sempre a comprarlo e c’era un cane a cui mancava un occhio. Cose che restano impresse e che forse non ha neanche senso dire, ma a 17 anni restano cosi, come album di foto. Avevo una specie di Nokia 3310, anche mandare i messaggi era un macello. I miei a casa ad aspettare notizie. Non sono mai uscita da sola appare per andare a scuola o per incontrarmi con gli amici, ma la notte sempre con le mie sorelle che erano anche amiche dell’altra famiglia che ospitava Charlotte. Le macchine erano vecchissime, con le marce ai lati del volante. Per uscire prendevamo il remis, cioè taxi. Bevevano fernet branca e coca cola, alla fine lo bevevo anche io! L’Argentina era veramente in una situazione disastrosa, i bambini di 10 anni stavano fuori dalle discoteche a fare l’elemosina , a volte anche muniti di coltellini.

A me non é mai capitato nulla, sicuramente il fatto che fossi mora mi faceva un pò confondere con la gente locale, ben presto imparai a parlare col loro stesso accento. Ma la mia amica finlandese, alta, bionda con occhi azzurri, qualche volta ha avuto qualche problema. Anzi , la cosa più grave fu che dopo due mesi che stavo li mi rubarono la fotocamera! Questo mi dispiacque veramente. Nonostante la scarsa attrezzatura e zero esperienza avevo fatto un sacco di foto perché già da allora la fotografia mi appassionava.

In sei mesi ho girato parecchio e ho capito che l’amore per l’America Latina sarebbe durato per sempre. I paesaggi che ho visto, distese infinite di tutto, di deserto, di montagne e fiumi… da allora ho iniziato a leggere di tutto su tutti i paesi, sognandoli e immaginandoli uno per uno. Qualche sogno l’ho coronato. Altri sono nella Bucket List.

Da vedere assolutamente in Argentina

San Juan y El Valle de la Luna
Mendoza, famosa per il vino e le cantine
San Carlos de Bariloche
Attraversare la Patagonia in auto
Vedere le balene alla Penisola di Valdés
Il ghiacciaio Perito Moreno
Neuquén
Buenos Aires
Cascate dell'Iguazu

Consigli vari

Accommodation Non posso darvi consigli effettivi su dove dormire perché avendo vissuti in famiglia e avendo fatto praticamente tutto con l’associazione prenotavano tutto loro. Sicuramente ora alloggerei in ostello, un viaggio in Argentina richiede tempo e se si vuole girare credo che questa sia la soluzione migliore.

Food – Sono tornata in Italia con 10 kg suonati in più, quindi direi che il food andava bene eccome 😀 Ogni domenica , come da tradizione, si passava in famiglia a mangiare asado, si arrostiva in giardino . La carne Argentina è tra le più buone che abbia mai mangiato. Le empanadas a forma di mezzaluna erano qualcosa di squisito, ricordano un pò le nostre panadas, d’altronde ho sempre visto una somiglianza su tanti aspetti tra Argentina e Sardegna. Poi c’era il flan che è come la nostra “timbala”, creme caramel sarebbe, lo stesso sapore antico come il nostro. Dulce de leche meglio non parlarne ahahah 🙂

Transportation – Essendoci stata più di 15 anni fa le cose saranno cambiate, non so. Io mi muovevo in bus o in remis, dei taxi locali.

Mi dispiace non poter allegare foto come avrei voluto, dovrò sicuramente tornare in Argentina per fare visita alla mia famiglia e per scattare, vorrei anche vedere quante cose sono cambiate durante questi anni.

Attenzione particolare va prestata ai borseggi, ma seguendo un senso comune di civiltà non succede nulla. Non portare con se oggetti di valore, viaggiare semplici credo sia la cosa migliore un pò ovunque.

Tutto quello che serve sapere.

Non ho fatto vaccini particolari, per lo meno non come quelli per gli altri paesi dell’America Latina. Ho fatto quello per il tetano, che non deve assolutamente mancare. In ogni caso è bene informarsi sulle notizie attuali nel centro vaccinale più vicino, e anche sulla Farnesina per notizie più generali sulla sicurezza.

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